‘O CANTO D”E TRE’ MAMME

Pubblicato il 12 apr 2014

Dal mito cosmogonico, la Teogonia racconta l’origine del mondo:All’inizio, e per primo, “venne ad essere” Chaos, Spazio beante”, lo “Spazio aperto, la “Voragine”, l’abisso; seguì Gaia, Gea, Ghe, la Terra, che corrisponde sia all’entità “fisica” , più schiacciata nei lati, sia alla personificazione come “dea”, sede sicura ed eterna di tutti gli dèi che abitano l’Olimpo, Madre dai fianchi larghi. Venne poi Tartaro, la realtà tenebrosa e sotterranea, la (katachthònia); poi comparve Eros, il più bello tra gli dèi, il dio primordiale che “scioglie le membra”, e che condiziona l’esistenza dei mortali come quella degli immortali, principio generatore che non genera. Da Chaos sorgono, per condizione partenogenetica, Erebo, le Tenebre e Nyx, la Notte, e dall’unione di Nyx con Erebo nascono Etere, la Luminosità del cielo e Hemere, il Giorno. Intanto da Gaia viene generato, per partenogenesi, Urano “Cielo stellante” pari alla Terra, e sempre per partenogenesi, i monti, le Ninfe e il Ponto cioè il Mare.
E fu da questi che nacquero altre presenze che popolarono l’Olimpo, e si decisero le regole. Poi tutto fu copiato e adattato alle esigenze dei discendenti di Abramo e si ebbe il Vecchio Testamento, e poi il Nuovo, ma questa è storia recente.

‘O CANTO D”E TRE’ MAMME

Nascette ‘e qquatte ô juorno
d”e quinnece ‘e settembre
‘a festa d”a Madonna Addulurata

Mammà steva assettata
cu tutte ‘e ccummarelle
steva facenno ‘e sbreglie int’ô ciardino

a Via Alfano Primo
abbascio Caprichino
steva facendo ‘e sbreglie int’ô ciardino

steva facenno ‘e sbreglie
ch”e scorze d”e ppannocchie
e all’impruvviso avette nu dulore

patemo steva fore
mammeme suspirava
e ‘e tré cummare steveno a guardà

‘a mamma d”e suspire
‘a mamma d”e dulure
‘a mamma ‘e tutte ‘e lacreme chiagnute.

Sò tre ma sò una cosa
e stanno sempe nzieme
stanno facenno ‘e sbreglie int”o ciardino

PRETE SANGO E FUOCO

Pubblicato il 10 mar 2014
Lo puoi vedere a sinistra del monte Somma o riflesso a destra: il Vesuvio Il Mare, laTerra , il Fuoco, accarezzano questa terra che ne l’invidia, ne il potere, potranno mai offenderne il suo costante rinnovarsi dalle viscere degli abissi. L’effimero è proprio questo: avere tutto e sapere di non avere niente se non il caduco desiderio di possesso.

Pecché?

Pubblicato il 10 mar 2014

Un salmone, contro corrente, scala le vorticose rapide del fiume per deporre le sue uova, sarà quello l’ultimo viaggio della sua vita. Il maschio della vedova nera compirà l’unico suo atto d’amore prima di essere ucciso, Una farfalla … … Pecché?

I S M I

Pubblicato il 07 mar 2014

I S M I

Aspetto che passi
bufera
del vile consumo
di menti
mi aggrappo
al mio nido divelto
e aspetto che passi
non odi che tremule voci
che attendono invano
la ressa
la folla che invoca la vita
che cerca la morte
aspetto
ma intanto distinguo
più dolci e simmetriche voci
di schiavi castrati

Ciro De Novellis

MANI SULLA CITTA’

Pubblicato il 06 mar 2014
MERITEREBBE PIÚ TITOLI DELLA POLITICA EMERGENTE LA NOSTRA TERRA, LA TERRA DEI SOPPRUSI, E INVECE… NIENTE, IL SILENZIO TOTALE. LE IENE SONO TUTTE IMPEGNATE, HANNO LE FAUCI AFFONDATE NELLA CARNE NOSTRA E NOI DISTRATTI STIAMO LEGGENDO LA STAMPA ITALIANA CHE PARLA DEI NOSTRI POLITICI, DEI TRADITORI, DI QUELLI CHE PROMETTONO SEMPRE E NON MANTENGONO MAI.

‘N’ arbero viecchio

Pubblicato il 05 mar 2014

La Sapienza è l’intima conoscenza di Dio. Con la Sapienza si sperimenta personalmente e intimamente Dio e tutte le sue cose. Si raggiunge uno stato di serenità, di giustificazione, di comprensione e di amore che trascende la stessa dottrina. Quando si acquista il dono della Sapienza, i comandamenti, le leggi, la teologia, gli studi diventano superflui. Diventa naturale e senza costrizione il fare la volontà di Dio e questo non perché si sta tenendo conto delle raccomandazioni della Bibbia o della Chiesa o della Natura o dello Stato, ma perché tutto l’essere personale è permeato di una luce non riflessa dallo studio, ma diretta dal Creatore stesso. – “Metterò la mia legge in loro, la scriverò nei loro cuori; allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendosi a vicenda: Impara a conoscere il Signore! Ma tutti, dal più piccolo al più grande, mi potranno conoscere, dice il Signore, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato” – (Geremia 31,33-34).

Dal mio focolare

Pubblicato il 05 mar 2014

Il verbo, è la potenza nell’espressione. Come il cammino dell’ameba primordiale che a piccoli artropodi si proiettava nel cosmo infinito. Raggiungere altre mete con la sola forza del linguaggio che ci ha generati. Finché le parole cuciranno parole, finché ci sarà la necessità di sintetizzare un gesto, un immagine, un percorso di vita.

La vedova nera

Pubblicato il 29 ott 2013

Un salmone contro corrente sfida le tortuose rapide del fiume per deporre le proprie uova, non si pone il problema che morirà. Così pure il maschio della Vedova Nera.