Pubblicato il 29 lug 2015
Enrico Fagnano ha fondato e diretto le riviste Brilliancity (1982-86), L’Erba (1986-87). E’ stato redattore di Radio Spazi Popolare e dal 1985 è stato tra gli animatori del gruppo dei Poeti del Gambrinus. Ha pubblicato nel 2000 la racolta di aforismi Avvistamenti, nel 2005 la raccolta di racconti La Bomba e il suo contrario e nel 2005 la silloge poetica Alternative. Dal 2006 al 2012 ha curato il Laboratorio di Poesia della Società Dante Alighieri di Napoli, e attualmente dirige le attività dell’ Associazione Culturale La Parola Abitata.
Categoria: Video
INO FRAGNA / LA MIA ANIMA FLEGREA
Pubblicato il 28 lug 2015
Ino Fragna ha mutuato dal padre la passione per la Poesia Napoletana. Ha frequentato da giovane il prestigioso Salotto Tolino dove ha avuto modo di conoscere , insieme ad alcuni poeti emergenti, quasi tutti gli epigoni della grande tradizione partenopea del secolo d’oro.
Proprio in quell’ambiente però ha avvertito l’esigenza di tentare strade nuove che, pur nel rispetto dei canoni tradizionali, dessero alla poesia dialettale orizzonti diversi, legati a tematiche attuali, scevre da orpelli oleografici e minimalisti. Cerca, nelle sue poesie, di evitare il localismo bozzettistico, con l’affrontare temi di carattere universale, con l’intento di approdare al risultato di una Poesia Civile.
Ha pubblicato, nel ’93 : “Addo’ fernesce ‘o mare” e, in collaborazione con Ciro De Novellis , nel 2014,: ”Alla periferia dell’anima”. e una raccolta di sonetti di carattere satirico su vicende politiche italiane. Ha scritto numerosi articoli di critica letteraria e tre testi teatrali di argomento storico.
SASA’ DI NATALE / LA MIA ANIMA FLEGREA
Pubblicato il 27 lug 2015
Salvatore Di Natale è nato a Napoli ed è vissuto in Tunisia fin dagli anni sessanta. Nella città di Napoli a completato gli studi e si è laureato all’Istituto Orientale in Letteratura Francese.
Ha pubblicato con gli editori Enaudi, Garzanti, Campanotti, ecc.. È autore di testi teatrali ed ha creato molti eventi formativi da solo o con “amici”.
La pratica della traduzione (da Baudelaire a Mallarmé, da Dante a Montale) è stata una costante della ricerca poetica di Salvatore Di Natale. Traduzione intesa, ovviamente, come appropriazione/ricreazione del testo “illustre” da parte del poeta-traduttore. Riscrittura, quindi, più che traduzione tal qual col tempo, Di Natale ha seguito tale procedimento anche nella sua rivisitazione dei propri testi in versi. Autocommento, intertestualità, pastiche ironico? L’autore stesso esita nell’etichettare codesta modalità di scrittura.
La mia anima flegrea
Pubblicato il 26 luglio 2015
Abbiamo pensato ad un evento che fosse una progressione in salita di emozioni e di sorprese percorrendo questa volta un viaggio a ritroso nel tempo e cioè: partendo appunto dalla poesia colta della scuola napoletana di interesse nazionale, accompagnata da brani della gloriosa canzone napoletana, per arrivare alle origini più profonde della musica napoletana e cioè più profonde ancora della famosa tarantella, quella che si svolgeva nei rituali notturni, con i poeti Mimmo Grasso, Sasà Di Natale, Ino Fragna, Enrico Fagnano, Rosanna Balzano e Ariele D’Ambrosio. Persino il folklore è stato quindi strumento di rapporto e di attenzione al monito del grande poeta Napoletano Alfonso Gatto pag 172 carlomagno nella grotta…
… anche a costo di essere un napoletano cattivo, introspettivo e cinico dirò che una Napoli sfinita dalle carezze, e dal solletico, chiamata a dissiparsi nella cronaca, è ancora una vergine corrotta ma intatta. occorre portarla a nozze, a nozze di sangue darle il sospirato amante che tante canzoni le hanno promessa invano. occorrerà che da i feuiletons della Serao e di Verdinois, dagli stessi romanzi d’appendice, in quell’empito di commedia umana, nasca un grande scrittore nuovo, freddo che a toccarlo, tutti, ci scotteremo le dita…
L’ ARIA D’ ‘ A NOTTE
‘O SUONNO MARIUOLO
‘O vico
Pubblicato il 30 apr 2014
A volte sono i luoghi della memoria l’ossatura della tua formazione, del tuo divenire, delle tue ispirazioni. Sono le cose, in fondo, che hai avuto, che cerchi poi di ritrovare: afflato, calore, il sostegno e la protezione di chi adesso non c’è più. Rivedi quel muretto ove ti nascondevi bene alle insidie, ed è facile pure rivederti protagonista tra gli altri, quando magari, hai avuto il tuo leader che ti comandava nel gioco della guerra. La Guerra sì la guerra! A ciascuno la sua guerra. I conflitti, le ostilità. Il desiderio di sopraffazione. Anche un terremoto, in fondo è una guerra.
‘O CANTO D”E TRE’ MAMME
Pubblicato il 12 apr 2014
Dal mito cosmogonico, la Teogonia racconta l’origine del mondo:All’inizio, e per primo, “venne ad essere” Chaos, Spazio beante”, lo “Spazio aperto, la “Voragine”, l’abisso; seguì Gaia, Gea, Ghe, la Terra, che corrisponde sia all’entità “fisica” , più schiacciata nei lati, sia alla personificazione come “dea”, sede sicura ed eterna di tutti gli dèi che abitano l’Olimpo, Madre dai fianchi larghi. Venne poi Tartaro, la realtà tenebrosa e sotterranea, la (katachthònia); poi comparve Eros, il più bello tra gli dèi, il dio primordiale che “scioglie le membra”, e che condiziona l’esistenza dei mortali come quella degli immortali, principio generatore che non genera. Da Chaos sorgono, per condizione partenogenetica, Erebo, le Tenebre e Nyx, la Notte, e dall’unione di Nyx con Erebo nascono Etere, la Luminosità del cielo e Hemere, il Giorno. Intanto da Gaia viene generato, per partenogenesi, Urano “Cielo stellante” pari alla Terra, e sempre per partenogenesi, i monti, le Ninfe e il Ponto cioè il Mare.
E fu da questi che nacquero altre presenze che popolarono l’Olimpo, e si decisero le regole. Poi tutto fu copiato e adattato alle esigenze dei discendenti di Abramo e si ebbe il Vecchio Testamento, e poi il Nuovo, ma questa è storia recente.
‘O CANTO D”E TRE’ MAMME
Nascette ‘e qquatte ô juorno
d”e quinnece ‘e settembre
‘a festa d”a Madonna Addulurata
Mammà steva assettata
cu tutte ‘e ccummarelle
steva facenno ‘e sbreglie int’ô ciardino
a Via Alfano Primo
abbascio Caprichino
steva facendo ‘e sbreglie int’ô ciardino
steva facenno ‘e sbreglie
ch”e scorze d”e ppannocchie
e all’impruvviso avette nu dulore
patemo steva fore
mammeme suspirava
e ‘e tré cummare steveno a guardà
‘a mamma d”e suspire
‘a mamma d”e dulure
‘a mamma ‘e tutte ‘e lacreme chiagnute.
Sò tre ma sò una cosa
e stanno sempe nzieme
stanno facenno ‘e sbreglie int”o ciardino
Si pe caso
STORIA ANTICA
INO FRAGNA / LA MIA ANIMA FLEGREA
Pubblicato il 28 lug 2015
Ino Fragna ha mutuato dal padre la passione per la Poesia Napoletana. Ha frequentato da giovane il prestigioso Salotto Tolino dove ha avuto modo di conoscere , insieme ad alcuni poeti emergenti, quasi tutti gli epigoni della grande tradizione partenopea del secolo d’oro.
Proprio in quell’ambiente però ha avvertito l’esigenza di tentare strade nuove che, pur nel rispetto dei canoni tradizionali, dessero alla poesia dialettale orizzonti diversi, legati a tematiche attuali, scevre da orpelli oleografici e minimalisti. Cerca, nelle sue poesie, di evitare il localismo bozzettistico, con l’affrontare temi di carattere universale, con l’intento di approdare al risultato di una Poesia Civile.
Ha pubblicato, nel ’93 : “Addo’ fernesce ‘o mare” e, in collaborazione con Ciro De Novellis , nel 2014,: ”Alla periferia dell’anima”. e una raccolta di sonetti di carattere satirico su vicende politiche italiane. Ha scritto numerosi articoli di critica letteraria e tre testi teatrali di argomento storico.
SASA’ DI NATALE / LA MIA ANIMA FLEGREA
Pubblicato il 27 lug 2015
Salvatore Di Natale è nato a Napoli ed è vissuto in Tunisia fin dagli anni sessanta. Nella città di Napoli a completato gli studi e si è laureato all’Istituto Orientale in Letteratura Francese.
Ha pubblicato con gli editori Enaudi, Garzanti, Campanotti, ecc.. È autore di testi teatrali ed ha creato molti eventi formativi da solo o con “amici”.
La pratica della traduzione (da Baudelaire a Mallarmé, da Dante a Montale) è stata una costante della ricerca poetica di Salvatore Di Natale. Traduzione intesa, ovviamente, come appropriazione/ricreazione del testo “illustre” da parte del poeta-traduttore. Riscrittura, quindi, più che traduzione tal qual col tempo, Di Natale ha seguito tale procedimento anche nella sua rivisitazione dei propri testi in versi. Autocommento, intertestualità, pastiche ironico? L’autore stesso esita nell’etichettare codesta modalità di scrittura.
La mia anima flegrea
Pubblicato il 26 luglio 2015
Abbiamo pensato ad un evento che fosse una progressione in salita di emozioni e di sorprese percorrendo questa volta un viaggio a ritroso nel tempo e cioè: partendo appunto dalla poesia colta della scuola napoletana di interesse nazionale, accompagnata da brani della gloriosa canzone napoletana, per arrivare alle origini più profonde della musica napoletana e cioè più profonde ancora della famosa tarantella, quella che si svolgeva nei rituali notturni, con i poeti Mimmo Grasso, Sasà Di Natale, Ino Fragna, Enrico Fagnano, Rosanna Balzano e Ariele D’Ambrosio. Persino il folklore è stato quindi strumento di rapporto e di attenzione al monito del grande poeta Napoletano Alfonso Gatto pag 172 carlomagno nella grotta…
… anche a costo di essere un napoletano cattivo, introspettivo e cinico dirò che una Napoli sfinita dalle carezze, e dal solletico, chiamata a dissiparsi nella cronaca, è ancora una vergine corrotta ma intatta. occorre portarla a nozze, a nozze di sangue darle il sospirato amante che tante canzoni le hanno promessa invano. occorrerà che da i feuiletons della Serao e di Verdinois, dagli stessi romanzi d’appendice, in quell’empito di commedia umana, nasca un grande scrittore nuovo, freddo che a toccarlo, tutti, ci scotteremo le dita…
L’ ARIA D’ ‘ A NOTTE
‘O SUONNO MARIUOLO
‘O vico
A volte sono i luoghi della memoria l’ossatura della tua formazione, del tuo divenire, delle tue ispirazioni. Sono le cose, in fondo, che hai avuto, che cerchi poi di ritrovare: afflato, calore, il sostegno e la protezione di chi adesso non c’è più. Rivedi quel muretto ove ti nascondevi bene alle insidie, ed è facile pure rivederti protagonista tra gli altri, quando magari, hai avuto il tuo leader che ti comandava nel gioco della guerra. La Guerra sì la guerra! A ciascuno la sua guerra. I conflitti, le ostilità. Il desiderio di sopraffazione. Anche un terremoto, in fondo è una guerra.
‘O CANTO D”E TRE’ MAMME
Dal mito cosmogonico, la Teogonia racconta l’origine del mondo:All’inizio, e per primo, “venne ad essere” Chaos, Spazio beante”, lo “Spazio aperto, la “Voragine”, l’abisso; seguì Gaia, Gea, Ghe, la Terra, che corrisponde sia all’entità “fisica” , più schiacciata nei lati, sia alla personificazione come “dea”, sede sicura ed eterna di tutti gli dèi che abitano l’Olimpo, Madre dai fianchi larghi. Venne poi Tartaro, la realtà tenebrosa e sotterranea, la (katachthònia); poi comparve Eros, il più bello tra gli dèi, il dio primordiale che “scioglie le membra”, e che condiziona l’esistenza dei mortali come quella degli immortali, principio generatore che non genera. Da Chaos sorgono, per condizione partenogenetica, Erebo, le Tenebre e Nyx, la Notte, e dall’unione di Nyx con Erebo nascono Etere, la Luminosità del cielo e Hemere, il Giorno. Intanto da Gaia viene generato, per partenogenesi, Urano “Cielo stellante” pari alla Terra, e sempre per partenogenesi, i monti, le Ninfe e il Ponto cioè il Mare.
E fu da questi che nacquero altre presenze che popolarono l’Olimpo, e si decisero le regole. Poi tutto fu copiato e adattato alle esigenze dei discendenti di Abramo e si ebbe il Vecchio Testamento, e poi il Nuovo, ma questa è storia recente.
‘O CANTO D”E TRE’ MAMME
Nascette ‘e qquatte ô juorno
d”e quinnece ‘e settembre
‘a festa d”a Madonna Addulurata
Mammà steva assettata
cu tutte ‘e ccummarelle
steva facenno ‘e sbreglie int’ô ciardino
a Via Alfano Primo
abbascio Caprichino
steva facendo ‘e sbreglie int’ô ciardino
steva facenno ‘e sbreglie
ch”e scorze d”e ppannocchie
e all’impruvviso avette nu dulore
patemo steva fore
mammeme suspirava
e ‘e tré cummare steveno a guardà
‘a mamma d”e suspire
‘a mamma d”e dulure
‘a mamma ‘e tutte ‘e lacreme chiagnute.
Sò tre ma sò una cosa
e stanno sempe nzieme
stanno facenno ‘e sbreglie int”o ciardino